UN GRANDE PORTALE CI ACCOGLIE E CI INVITA A ENTRARE. INCURIOSITI, CI ADDENTRIAMO IN UN’ATMOSFERA VIBRANTE E PULSANTE. LO SPAZIO SI DISSOLVE IN UN FLUIRE CONTINUO E LE VOCI SI UNISCONO A PROFUMI INTENSI.
COLORI ACCESI, ACCOSTATI SENZA REGOLE, AVVOLGONO OGGETTI DI OGNI TIPO ACCATASTATI E SPARPAGLIATI OVUNQUE IN UN DISORDINE AFFASCINANTE E MAGNETICO. PERCEPIAMO UNA STRATIFICAZIONE DI SAPERI, MONDI ANTICHI SI INTRECCIANO A NUOVE VISIONI, SUGGESTIONI ESOTICHE DIALOGANO CON ELEMENTI TRADIZIONALI.
SIAMO IN UN TEATRO DEL FOLKLORE, UN LABIRINTO SENSORIALE IN CUI LA VARIETÀ DELLE PROPOSTE CI TRAVOLGE E OGNI DETTAGLIO RACCONTA UNA STORIA. LE AREE SI SUSSEGUONO SENZA PARETI NÉ PORTE IN UNA MUTAZIONE CONTINUA DI AMBIENTI.
Linguaggi, culture e segni grafici diversi si mischiano e contaminano liberamente senza pretese di coerenza, in uno scambio culturale democratico e naturale. È un’informalità rituale a rendere questo caos equilibrato così affascinante. Una trasgressione urbana lenta ma costante, resiliente al passare del tempo e delle mode. Qui, l’irregolarità diventa valore e l’imperfezione si fa identità. Il paesaggio si scompone e ricompone caotico e iconico nella sua essenza diventando un elemento essenziale, riconoscibile e specifico della quotidianità.